Team Ineos, Filippo Ganna: “Mi farebbe piacere indossare la prima maglia rosa del Giro 2020? Porca miseria, certo!”

Filippo Ganna crede fortemente nel Team Ineos per la stagione 2020. Il corridore italiano, reduce da un’ottima stagione su strada dove, dopo essersi laureato campione nazionale a cronometro, è riuscito a centrare anche un podio iridato conquistando la medaglia di bronzo a Yorkshire 2019 nella medesima specialità, è convinto che il suo team nella prossima stagione potrebbe centrare la storica tripletta Giro-Tour-Vuelta, quando oltre a Bernal e Thomas, il roster si arricchirà con il ritorno di Chris Froome dopo il brutto infortunio che aveva fatto temere per la sua carriera e con l’arrivo dalla Movistar di Richard Carapaz, vincitore dell’ultimo Giro d’Italia.

In una lunga intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport il nativo di Verbania si è soffermato sulle quattro punte del team britannico, rivelando che Geraint Thomas “è un simpaticone”, di non conoscere ancora Carapaz che “ha vinto il Giro con merito”, di non aver mai parlato con Froome nonostante alcune cene insieme in ritiro per “paura di disturbarlo”, ma di conoscere molto bene Egan Bernal: “Bernal è quello che conosco meglio, quando ha vinto la Gran Piemonte ho lavorato per lui. Sono arrivato al traguardo nel momento in cui la premiazione era finita, lui mi ha aspettato per abbracciarmi. Fenomeno in bici, classico ragazzo della porta accanto nella vita di tutti i giorni. Quando si deve lavorare, si lavora. Altrimenti si ride e si scherza”.

Il prossimo Giro partirà dall’Ungheria con una prova a cronometro e, pur non volendo alimentare false speranze, il classe ’96 ha dichiarato di sognare di poter vestire la prima maglia rosa del Giro 2020: “Sì, ma diventerà un obiettivo nel momento in cui la squadra deciderà di chiamarmi per il Giro. Prima, non voglio creare false speranze. Se mi farebbe piacere? Porca miseria, certo! E poi non farei parte di una squadra qualsiasi. Se mi dicessero in questo momento ‘Filippo, vieni al Giro, ma devi lavorare 100 chilometri a tappa e poi rifiati, ti stacchi’ partirei per Budapest all’istante, anche se sto pedalando. Scendo dalla bici, faccio la valigia e vado a prendere l’aereo”.

Oltre al Giro, poi, il ventitreenne nella prossima stagione ha messo nel mirino anche la prova a cronometro di Tokyo 2020, che a suo dire riuscirebbe a conciliare con le prove su pista, per le quali lui e altri azzurri cominceranno ad allenarsi già nei prossimi giorni a Montichiari: “Io vorrei farla, il percorso è duro, ma non più di quello del mondiale. Se punto alle corse che voglio con la squadra ci arrivo bene e riesco a conciliare con le attività della Nazionale, mi riferisco anche ai recenti Europei su pista”.

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